Francesco Gravetti
Poggiomarino. “Richiesta alla Regione Campania in ordine alla eventuale modifica dei percorsi”. Recita così la delibera di consiglio comunale che nel 2012 fu votato all’unanimità a Poggiomarino: maggioranza e opposizione chiedevano a palazzo Santa Lucia di intervenire per salvare la cittadina della valle del Sarno dalla morsa del traffico, figlia della presenza sul territorio di ben 11 passaggi a livello, tutti della Circumvesuviana. L’esecutivo, su proposta dell’allora assessore Antonio Boccia, immaginava che la Regione potesse inserire la realizzazione di un’altra stazione ferroviaria nel piano settennale delle grandi opere: una delocalizzazione che avrebbe consentito di superare il blocco stradale che puntualmente, a Poggiomarino, si verifica quando si abbassano le sbarre dei passaggi a livello della Circum. Lunghe code, macchine in attesa, gas di scarico: tutte circostanze che rappresentano un problema che Poggiomarino si trascina da decenni. Un paese in gabbia. Da allora, però, nulla è cambiato. Ora a tornare alla carica è ancora l’ex assessore Boccia, che è tra i fondatori di un’associazione, “Poggiomarino Libera”, promotrice di un appello alle istituzioni, ai politici e alle altre associazioni: “Impegniamoci tutti insieme per liberare la città dai passaggi a livello e renderla più vivibile”. I numeri dicono che la situazione in città è insostenibile: gli 11 passaggi a livello sono distribuiti su una superficie di circa 13,28 chilometri quadrati. Vuol dire che ce n’è uno ogni chilometro quadrato o poco più. Alcuni sono posizionati in luoghi cruciali: quello di via Roma, per esempio, la strada che conduce dritto alla piazza principale del Comune, piazza De Marinis; oppure il passaggio a livello di via Tenente Losco, che porta alla frazione Flocco, o anche quello di viale Manzoni. In passato, quando la Circumvesuviana garantiva più corse ed il servizio era più efficiente, le sbarre di abbassano anche ogni dieci, quindici minuti: la crisi dell’azienda di trasporto ha alleviato la sofferenza ai cittadini, perché le corse sono diventate più rare e, inevitabilmente, i passaggi a livello ora funzionano con un ritmo meno frenetico. Ma quando sono attivi, la circolazione va in tilt: le file possono superare il chilometro e bloccare buona parte delle strade, soprattutto quelle del centro. Alla base della questione c’è il fatto che la stazione di Poggiomarino è tra le più importanti della Circumvesuviana: è un nodo di interscambio perché si congiungono due linee, la tratta Napoli – Pompei e la Napoli – Ottaviano. Sul territorio, dunque, passa il doppio dei treni che passano in altri Comuni vicini, come Striano, San Giuseppe Vesuviano o Boscoreale. Peraltro, dal 2013 Poggiomarino è entrata nella nuova zona rossa del Vesuvio, la fascia intorno al vulcano che dovrebbe essere evacuata in caso di eruzione. Immaginare vie di fuga nella città con 11 passaggi a livello è paradossale. Spiega ancora Antonio Boccia: “E’ arrivato il momento di dare vita ad un’alleanza trasversale, in grado di fare pressioni sulla Regione ed ottenere almeno l’impegno ad affrontare il problema”.